CALCINELLI DI SALTARA

Aiutateci a salvare gli alberi!
articolo del 17/09/2004




Ecco una bella villetta degli anni '40 che sta per essere abbattuta, intanto giardino e alberi sono stati furiosamente fatti a pezzi.
Sarcasticamente i cadaveri delle piante abbattute sono stati ammucchiati dentro il contenitore grigio che potete vedere in fondo a destra...

 


...in cui si legge: "Aiutateci a salvare gli alberi. Raccogliamo legno usato"...
Strano modo di salvare gli alberi!


In fondo a sinistra alcuni pezzi di "legno usato" rimasti a terra.
Usato da chi? Ma dagli alberi! Che domande!

 

 

Ed ecco un bell'esempio di Cyber-ottimismo: la splendida, moderna, confortevole, ipertecnologica abitazione che prenderà il posto dell'obsoleta villetta invece fatta (pensate un po') di volgari mattoni realizzati a mano...

Nell'ampio ed impeccabile parcheggio, la rassicurante vettura appena renderizzata , tra vasi di fiori e cascate di lillà... non vi è traccia delle crepe nell'intonaco, delle colature di ruggine e delle macchie di muffa che immancabilmente appaiono dopo i primi anni di vita nelle costruzioni moderne: quella patina del tempo che impreziosiva le costruzioni tradizionali, è una vera sciagura per questi manufatti di oggi, tanto asettici nei progetti, così squallidi nella realtà.

Ma, la seppur indulgente burocrazia, pone dei paletti fastidiosi alla creatività dei palazzinari... come fare allora per superare tali limiti? Ebbene, è un'opera d'arte anche quella, l'arte tutta italiana di gabbare le leggi (tra l'altro studiate apposta per essere "interpretate" dagli uomini di buona volontà).

Molti sapranno che se si demolisce un edificio, nel momento della sua ricostruzione, occorre rispettare certe distanze rispetto ai fabbricati adiacenti, nonché osservare certe norme che regolamentano l'edilizia, norme che però non si è tenuti ad applicare se si tratta di ristrutturazione, ovvero, in tutti quei casi in cui l'edificio non viene demolito ma viene restaurato o modificato.

Certo, guardando l'edificio esistente e quello nel progetto pubblicamente affisso, c'è da chiedersi cosa si intenda oggi per "ristrutturazione", quali siano i termini (se ce ne sono) che distinguono una ristrutturazione da una demolizione di fatto e successiva ricostruzione.

Pare sia sufficiente coprire con un'impalcatura e un telo il vecchio edificio e... oplà! puoi "ristrutturare" una vecchia casa colonica in grattacielo!
A Calcinelli di Saltara, non regna la Casa delle Libertà, regna il buon vecchio Centrosinistra, ma di libertà in fatto di case ce n'è proprio tanta...

Ecco la foto della casetta, com'era, com'è oggi (17/09/2004) con il "magico telo verde ad azione ristrutturante" e come diventerà (udite udite) senza alcuna demolizione!








LA GRANDE IPOCRISIA

Pezzo per pezzo, è stato completamente svuotato il concetto di "ristrutturazione".
Dapprima si poteva parlare di ristrutturazione solo se effettivamente si ristrutturava un edificio (come vorrebbe il buon senso), poi è stata inclusa la demolizione e ricostruzione a condizione che in quest'ultima si rispettasse in tutto per tutto, quindi nella sagoma, volumetria e materiali impiegati, l'edificio precedentemente demolito.
Poi, a colpi di circolari e decreti, sono stati tolti, uno per uno, ognuno di questi vincoli, ultimo dei quali, addirittura, la volumetria e l' "area di sedime" (in pratica la fai grande come vuoi e la fai dove vuoi) in nome, naturalmente, anche della sicurezza e dei servizi per i portatori di Handicap: la vecchia storia dell'abbattimento delle barriere architettoniche, vera ipocrisia e cuccagna per orde di sciacalli speculatori, che con i soldi della collettività si sono rinnovati alberghi, locali, pub aggiungendo poi qualche accessorio, il più delle volte inutile ed inutilizzabile, con il risultato che i ricchi sono diventati più ricchi, e noi, un po' più poveri.
E se poi, qualcuno, cerca donchisciottescamente di mettersi in mezzo ai piani dei famelici speculatori e degli abominevoli legislatori, rischia pure la denuncia, sia esso un povero cittadino, sia esso un Comune (vedi Sentenza 18/09/2003 n. 5310 contro il Comune di Monselice), sia esso un giornale (infatti nessun quotidiano se l'è sentita di pubblicare nulla sul caso descritto in questa pagina).


L'ipocrisia finale: la casa è quasi completamente demolita, appare anche il cartello sapientemente occultato fino al giorno precedente a quando è stata scattata questa foto, (forse per pudore) con la concessione ove si legge "ristrutturazione di edificio", la facciata della vecchia casa è rimasta però in piedi per chissà quale cavillo, quale scappatoia ingannalegge.

Franco Cenerelli

 Il Resto del Carlino, a cui ho inviato il link a questa pagina ha coraggiosamente pubblicato una serie di articoli:
QUI la rassegna stampa e tutte le foto che mostrano, giorno per giorno, le fasi della distruzione della villetta.