continua da: L'ARTE
NAZIONALSOCIALISTA - L'ESTETICA AL POTERE
(tratto
dalla collana "IL NAZISMO ESOTERICO", 12
videocassette distribuite da HOBBY & WORK - tel.
0339.6284467)
In questa foto Hitler è nel suo studio insieme a Molotov
e Ribbentrop, hanno appena firmato il patto
russo-tedesco, alle spalle del fürer: «l'Isola dei
Morti» di Boecklin, il suo quadro preferito.
Arnold Boecklin: Autoritratto
e L'Isola dei Morti
Lucio della Seta: - Da un punto
di vista psicologico, l'Isola dei Morti di Boecklin, è
un quadro particolarmente interessante, sappiamo infatti
che questo quadro è stato dipinto deliberatamente
perchè si potesse sognare guardandolo, infatti così gli
era stato chiesto dalla committente.
Ma che rapporto ci può essere tra i sogni e questo
quadro di Boecklin?
Il commediografo svedese Strindberg scrisse una piece
teatrale sull'Isola dei Morti, ispirandosi ad una teoria
dell'occultista Svedenborg che anche Hiler conosceva
bene:
- Tenga, ecco uno scritto su questo argomento: «la
vita è un sogno»
- Veramente, e che dice?
- Che la vita non può essere un sogno, che sarebbe un
non senso
- Perchè, un sogno non può essere pieno di
insegnamenti? Non hai mai fatto un sogno che ti abbia
insegnato delle cose?
- Si, quando ci penso, si
- Raccontamelo, abbiamo tutto il tempo
- Ebbene eccolo: Ho ricevuto un giorno una lunga lettera
anonima, l'ho trovata piena di cattiverie e indiscreta,
l'ho strappata e l'ho buttata nel cestino, ma la notte
seguente ho sognato un uomo erudito e saggio che era
morto e che mi mostrava un testo scritto, «prendilo e
leggilo» mi diceva, l'ho letto ma non vi ho trovato
niente di straordinario, così l'uomo erudito e saggio ha
preso il testo e l'ha alzato verso la luce e come in
filigrana ho visto apparire un'altra scrittura, così mi
sono alzata e sono andata verso il cestino e con molta
fatica ho ricostruito la lettera che avevo strappato.
Ho ritrovato delle parole sagge che hanno esercitato
un'influenza salutare sulla mia evoluzione personale.
- Era quindi un sogno pieno di insegnamenti, e se lo
stesso è per la vita, la vita non sarebbe un non senso,
è proprio questo?
- E' proprio questo
Ci sono, in questo quadro, degli elementi essenziali che
vengono utilizzati dal pittore per alludere a qualche
altra cosa.
Ci sono il mare, le rocce, i cipressi, la barca: questi
sono gli elementi reali, ma Boecklin con questi vuole
farci sentire il silenzio, vuole farci sentire
l'immobilità della Morte e anche, forse a suo modo, la
sua bellezza, perchè questo era il modo di sentire di
Boecklin, così ognuno di noi può proiettare su questo
quadro gli elementi inconsci della propria psiche
relativi al problema della Morte, ciascuno a modo suo ma
in un modo che è compreso da tutti.
Franziska Hintergrund: -
Dipinto nel 1880, il quadro fece subito scalpore. Il suo
peso onirico non è indifferente, tanto quanto la sua
trasparente simbolicità di bazar sensuale e la
reputazione del pittore, allora considerevole.
La barca, i cipressi e le rocche intrise di mitologia vi
si ritrovano per molti, il mistero resta, non si sfugge
all'Isola dei Morti.
Di fronte al successo, Boecklin si affrettò a dipingere
altre versioni del quadro, com'era d'uso in un'epoca in
cui la fotografia non tarderà a rivelare il suo
percorso.
Tutto il Terzo Reich sarà del resto attraversato da una
polemica: Boecklin è un autentico pittore ariano o uno
di questi fottuti decadenti nostalgici dell'Italia?
Penso che Hitler abbia avuto questo quadro nel 1930 in
cambio di due quadri impressionisti della galleria
nazionale.
Hitler aveva intenzione di mettere l'Isola dei Morti nel
museo privato che voleva farsi costruire.
Il fascino che questo quadro suscitava in Hitler è
certamente legato al tema della morte, così importante
nella cultura tedesca e così bene illustrato in
quest'opera.
A parte il sesso e più o meno il secolo, che cosa
possono avere in comune Freud, Hitler, Lenin, Dalì,
Strindberg, Druié o D'Annunzio? L'Isola dei Morti.
Tutti appartengono a questo club fantasma che riunisce
chi idolatra l'Isola dei Morti, a volte fino quasi a
perdere la propria vita.
Il quadro è scomparso nel 1945, sappiamo con certezza
che prima di questa data si trovava nella cancelleria del
Reich.
Dopo l'invasione delle truppe sovietiche il quadro è
scomparso, può darsi che negli archivi di Mosca possa
trovarsi una spiegazione dettagliata di ciò che
realmente è accaduto. Poi nel 1979 un uomo d'affari
berlinese regalò questo quadro al museo d'arte moderna.
Ritengo che sia riuscito ad entrare in possesso di questo
quadro grazie alla diplomazia tedesca a Mosca.
Durante la guerra sono successe tante cose, diciamo,
senza spiegazione, fatto sta che è tornato nel nostro
museo a Berlino, a 200 metri dall'ultimo bunker di
Hitler, un caso curioso.
Arnoldo Bruckmann: - Non credo
che Boecklin si sia ispirato al cimitero degli inglesi a
Firenze, la moglie ha lasciato detto nella sua biografia
che molto probabilmente si è ispirato ad una foto che ha
visto dell'isola di Ischia che molto probabilmente l'ha
colpito e gli è venuta l'idea di fare questo quadro.
Nella famiglia c'è sempre stata una pazzia che
aleggiava, mi ricordo che mio padre mi raccontava che un
figlio di Boecklin, non mi ricordo se era Felix o Arnold,
durante un pranzo, forse per un suo compleanno, era
intento a tagliare un pollo con un coltello, gli ha preso
ad un certo punto una specie di raptus... con questo
coltello in mano dicendo: «e se invece di tagliare
questo pollo tagliassi la testa a questa signora accanto?
Lo bloccarono subito...
Marco Dolcetta: - Nella mia
ricerca sull'Isola dei Morti, a Vienna mi sono imbattuto
in questo quadro che più che un quadro è un disegno
preparatorio di una scenografia da parte di un pittore
austriaco dell'inizio del secolo, Campelius, il quale ha
ripreso l'ombra dell'Isola dei Morti, l'ombra che arriva
con la barca nell'isola e vediamo, finalmente arrivata
nell'isola.
Un'ombra strana perchè l'ombra, questa figura, riflette
la sua ombra al buio, circondata da un alone bianco,
quindi qui già siamo di fronte a qualcosa che non è
umano, e all'interno dell'isola si ipotizza un incontro
con una roccia con tre figure.
Una figura più grossa, una sfinge, è la casualità, le
due più piccole, una alla destra della casualità è il
tempo, e alla sinistra è lo spazio.
Questa sarebbe un po' una sorta di tentativo di decifrare
l'enigma, se un enigma c'è, all'interno dell'Isola dei
Morti. Questo bozzetto che è un acquerello, in realtà
doveva essere, e forse lo è stato, un bozzetto
preparatorio della scenografia del film «L'Isola dei
Morti» realizzato da un cineasta svedese.
Il film è scomparso, è introvabile, per cui non
sappiamo se effettivamente questa scenografia, e come,
sia stata sfruttata all'interno del film. Si sa dalle
note biografiche di Campelius che effettivamente questo
ed altri bozzetti appartenevano a questa serie da lui
ipotizzata come sviluppo dell'Isola dei Morti, un tema
talmente popolare, talmente affascinante, proprio un
best-seller dell'immagine della pittura che oltre alle
centinaia di riproduzioni, imitazioni, cartoline ecc.
c'è stato da parte di più di un pittore, il tentativo
di svilupparne il tema.
continua: ADOLF HITLER ARTISTA
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