Da: «FURLO
TERRA DI SANTI E DI BRIGANTI»
Umberto Marini - Metauro Edizioni, 1995
(...) Al Furlo Mussolini c'era passato
quando era socialista rivoluzionario e pacifista ad
oltranza, (tanto da scontare 5 mesi di carcere, per aver
preso parte alle contestazioni faentine contro la guerra
alla Turchia assieme all'allora repubblicano Pietro Nenni
nell'ottobre 1911).
Il Furlo affascinò il direttore dell'Avanti al primo
incontro e quando divenne Duce dei destini d'Italia si
ricordò di quel canyon.
Le sue soste lo portarono a contatto col Candiracci, che
aveva capito le enormi potenzialità turistiche offerte
dall'auto e dall'evolversi delle comunicazioni.
Il Candiracci accoglieva il non più oscuro ospite nel
modo migliore e gli offriva ottimi manicaretti e
all'occorenza una calda coperta, che facesse onore alla
maschia figura di uomo che il fascismo andava plasmando.
Mussolini è risaputo era un "femminiere" e i
suoi rapporti con le donne, erano molto brevi e solo
poche donne hanno avuto l'onore di relazioni più
intense.
Questo comportamento portò alla diceria, che il Duce
avesse costellato l'Italia di un reggimento di presunti
figli e anche al Furlo si parlò di un pseudo figlio.
Nel 1936 la milizia forestale volle immortalare
l'immagine del Duce, costruì il profilo (prog. ing.
Mainardi) sulla parete del Pietralata, in modo che fosse
visibile sia dal lato di Acqualagna che da quello di
Fossombrone e nei giorni di cielo terso, si potesse
ammirare dal mare e per renderlo visibile anche di notte,
progettò la sua illuminazione, che non fu realizzata. La
Forestale per far risaltare la mastodontica opera (180 m.
di profilo) apportò notevoli migliorie alla strada che
saliva al monte servendo le cave e vi costruì
l'abitazione del custode (Blasi Getullio).
Il monumento suscitò qualche polemica, perché parve
presentare il Duce in posizione di riposo, mentre era
risaputo che "Mussolini non dorme, ma veglia sui
destini d'Italia". La polemica arrivò anche a
Mussolini se è vero l'anedotto che in una delle 56
visite fatte al Furlo in qualità di primo ministro, ebbe
l'occasione di lagnarsi del suo profilo con l'albergatore
e che questo gli fece notare, che il volto del Duce non
era in posizione di riposo, ma era proteso verso il
cielo, sino a ieri dominio delle aquile, ma da quel
momento dominio della nostra aviazione e in tale
posizione il Duce poteva vigilare sull'efficienza
dell'aviazione che difendeva le nostre contrade. Con
l'arresto di Mussolini avvenuto il 25 luglio 1943 e la
sua liberazione da parte dei tedeschi, che sfruttarono
l'occasione per insediarlo a capo della repubblica di
Salò, (creata il 23 settembre 1943), il Furlo si trovò
inserito in questa repubblica prima ancora che nascesse.
Il 15 settembre 1943 si costituì a Pesaro il primo
fascio, repubblichino delle Marche e il Furlo si trovò
inglobato.
La parentesi repubblichina si chiuse al Furlo il 26
agosto 1944 quel giorno i partigiani e le truppe di
liberazione pensarono che al Furlo Mussolini aveva
appannato il naso di Pinocchio e decisero di eliminare
quel nasino (di 38 m.) e tutto il profilo; la brigata
Maiella vi indirizzò qualche colpo di cannone, ma i
pochi colpi che centrarono il naso e il profilo, non
fecero danni rilevanti, così come non li fece la
dinamite del partigiano Bruno Bocchio, che cercò di far
saltare naso e profilo. Finita la guerra il Ministero dei
lavori pubblici decise di eliminare quella bruttura,
perché rappresentava un pericolo per la strada
sottostante, vennero stanziati dei soldi per
l'abbattimento, ma grazie all'intervento di Adele Bei fu
possibile stornare parte di quei soldi per ricostruire la
strada che conduceva alle cave; vista la necessità
impellente di pietra del paese impegnato nella
ricostruzione.
Umberto
Marini
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