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LA NAZIONE

La nazione (ummah) per l’individuo è un riparo politico nazionale, più distante da quello sociale che la tribù fornisce ai suoi membri. Lo spirito tribale (qabaliyyah) è la rovina della coscienza nazionale (qawmiyyah), poiché la fedeltà (walà’) tribale indebolisce e danneggia quella nazionale, così come la fedeltà familiare danneggia e indebolisce quella tribale. Il particolarismo (ta’assub) nazionale, nella stessa misura in cui è necessario alla nazione, è minaccevole per l’umanità. La nazione nella società umana è come la famiglia nella tribù. Ogni qualvolta le famiglie di una stessa tribù si azzuffano sostenendo ciascuna la propria causa, la tribù viene ovviamente minacciata. Così quando i membri di una stessa famiglia si trovano in conflitto fra loro ed ognuno parteggia a proprio vantaggio, la famiglia viene minacciata. E se le tribù di una nazione si combattono fra loro sostenendo ciascuna i propri interessi, quella nazione viene minacciata. Allo stesso modo sono male e detrimento all’umanità il particolarismo nazionale e l’uso della forza nazionale contro le nazioni deboli; oppure il progresso nazionale conseguito appropriandosi di ciò che appartiene ad altra nazione. Però l’individuo forte, rispettoso di se stesso, consapevole delle sue responsabilità personali è importante ed utile alla famiglia; la famiglia rispettosa, forte, consapevole della sua importanza è socialmente e materialmente utile alla tribù; la nazione progredita, produttiva e civilizzata è utile al mondo intero. Per contro, la struttura (binà’) politica e quella nazionale si corrompono se scendono a livello sociale, cioè familiare e tribale, interferendo con esso e assumendone i punti di vista. La nazione equivale a una grande famiglia passata attraverso lo stadio della tribù ed il moltiplicarsi delle tribù ramificatesi da un’unica stirpe, comprese quelle che vi appartengono per affiliazione in un destino comune. La famiglia non diviene nazione se non dopo il passaggio per gli stadi della tribù e della sua ramificazione, indi per lo stadio d’affiliazione a seguito del diverso mescolarsi. Sotto l’aspetto sociale ciò si realizza dopo un certo tempo, che non può non essere lungo: anche se un lungo tempo, come genera nazioni nuove, così concorre a disgregare quelle antiche. La stirpe unica e l’affiliazione in un destino comune sono i due fondamenti storici di ogni nazione: prima la stirpe e poi l’affiliazione. La nazione però non è solo una stirpe, anche se questa ne è stata la base e l’origine. La nazione, oltre ciò, è costituita da accumulazioni (taràkumàt) storico - umane le quali fanno sì che un complesso di gente viva su una stessa parte di territorio, costruisca una stessa storia, si formi per essa un unico retaggio e finisca per affrontare un unico destino. Così la nazione, a prescindere dal vincolo di sangue, in definitiva è un’affiliazione e un destino comune ( intimà’ wa masìr). Ma perché la faccia (kharìtah: la carta) della terra ha visto il formarsi di grandi stati che sono poi scomparsi, mentre al loro posto ne sono apparsi altri, e viceversa? Forse che la causa è politica , e non vi è rapporto con la "Base Sociale della Terza Teoria Universale", oppure è sociale e riguarda in particolare questa parte de " Il Libro Verde"? Vediamo: nessuna obiezione al fatto che la famiglia è una formazione (takwìn) sociale, e non politica; così pure la tribù perché è una famiglia che si è riprodotta, moltiplicata ed è diventata un ingente numero di famiglie. E la nazione è la tribù che si è ingrandita dopo che i suoi sottogruppi (afkhàdhuhà wa butùnuhà) si sono accresciuti e trasformati prima in clan (‘ashà’ir) e poi in tribù (qabà’il). Anche la nazione è una formazione (takwìn) sociale, il cui vincolo è la coscienza nazionale (qawmiyyah); la tribù è una formazione sociale, il cui vincolo è la coscienza tribale (qabaliyyah); la famiglia è una formazione sociale il cui vincolo è la coscienza familiare (usriyyah); le nazioni del mondo sono una formazione sociale il cui vincolo è la coscienza di appartenere all’umanità (insàniyyah). Queste sono ovvie verità. Esiste poi una formazione politica che è lo stato (dawlah), che dà forma all’assetto (kharìtah: carta) politico del mondo. Ma perché tale assetto (lett.: carta) cambia da un’epoca all’altra? La causa è che la formazione politica talora può coincidere con quella sociale, e talora no. Quando essa coincide con una sola nazione dura e non muta, e se muta in conseguenza di un colonialismo straniero o di un suo declino, essa riappare poi sotto l’insegna della lotta nazionale, del risveglio nazionale e dell’unità nazionale. Invece se la formazione politica comprende più di una nazione il suo assetto ("carta") si smembra in seguito all’indipendenza di ogni nazione sotto l’insegna della propria coscienza nazionale. In tal modo si è smembrato l’assetto ("carta") degli imperi (imbaràtùriyyàt) comparsi al mondo, poiché erano raggruppamenti di parecchie nazioni, che non tardarono a sostenere ciascuna la propria identità nazionale e ad esigere l’indipendenza. L’impero politico quindi si smembra perché le sue componenti tornino alle loro origini sociali. La prova è del tutto evidente nella storia del mondo, se la riesaminiamo in ogni sua epoca. Ma perché quegli imperi furono formati da nazioni diverse? La risposta è che la formazione dello stato non è solo di tipo sociale, come la famiglia, la tribù e la nazione. Lo stato è un’entità (kiyàn) politica creata da parecchi fattori, il più semplice e il primo dei quali è la coscienza nazionale. Lo stato nazionale (dawlah qawmiyyah) è l’unica forma politica in armonia con la formazione sociale naturale e la cui esistenza dura finché non è soggetta alla tirannia di un’altra nazionalità più forte; oppure finché la sua formazione politica di stato non viene influenzata dalla sua formazione sociale di tribù, clan e famiglie. Infatti se la formazione politica soggiace a quella sociale, tribale, familiare o confessionalistica (ta’ifi) e ne assume i punti di vista, si corrompe. Gli altri fattori della formazione dello stato che non sia quello semplice (dawlah basìtah), cioè lo stato nazionale, sono di ordine religioso, economico e militare. Un’unica religione talora può formare uno stato da parecchie nazionalità (qawmiyyàt), e così anche la necessità economica e pure le conquiste militari. In tal modo in una determinata epoca il mondo vede cosa è uno stato o un impero, e poi un’altra li vede scomparire. Quando lo spirito nazionale (rùh qawmiyyah) si manifesta più forte dello spirito religioso (rùh dìniyyah) e si inasprisce la lotta tra le diverse nazionalità tenute unite da un’unica religione, allora ogni nazione (ummah) diviene indipendente, tornando alla sua formazione sociale d’origine, e quell’impero scompare. Poi ritorna la fase religiosa, quando lo spirito religioso si manifesta più forte di quello nazionale, e le diverse nazionalità si uniscono sotto l’emblema di un’unica religione. Finché torna un’altra volta la fase nazionale, e così via. Tutti gli stati composti da nazionalità diverse per cause religiose, economiche, militari o ideologico - positive (‘aqa’idì wad’ì) saranno dilaniati dalla lotta nazionale, finché ogni nazionalità diverrà indipendente, ossia finché il fattore sociale vinca fatalmente su quello politico. Così, malgrado le necessità politiche impongano che vi sia lo stato, la base della vita degli individui è la famiglia, poi la tribù e quindi la nazione sino all’umanità. Il fattore di base è quello sociale, che è fisso, cioè la coscienza nazionale (qawmiyyah). Occorre fare perno sulla realtà sociale e curare la famiglia, affinché l’uomo appaia normale ed educato; poi la tribù come riparo sociale e scuola sociale naturale che educa l’essere umano in ciò che trascende la famiglia; infine la nazione. La persona conosce il pregio dei valori sociali solo dalla famiglia e dalla tribù, che sono la formazione sociale naturale che nessuno interviene a costruire. Si deve aver cura della famiglia nell’interesse dell’individuo, e cura nella tribù nell’interesse della famiglia, dell’individuo e della nazione, cioè della coscienza nazionale. Il fattore sociale (ossia il fattore nazionale) è motore reale e permanente della storia. Ignorare il vincolo nazionale dei gruppi umani, e costruire un ordinamento politico in antitesi alla situazione sociale, significa realizzare una struttura transitoria, che sarà distrutta dalla dinamica del fattore sociale di quei gruppi, ossia dal movimento nazionale di ogni nazione. Queste sono tutte verità già in principio scontate nella vita dell’essere umano, e non elucubrazioni elaborate. Dovere di ogni individuo al mondo esserne cosciente ed agire comprendendole, affinché la sua opera risulti retta. Occorre dunque conoscere queste verità fisse, perché non si verifichino deviazione, disordine e rovina nella vita dei gruppi umani, in conseguenza d’incomprensione e di mancato rispetto di tali principi della vita umana.


THE NATION

The nation is the individual's national political 'umbrella' and it is wider than the social 'umbrella' provided by the tribe to its members. Tribalism damages nationalism because tribal allegiance weakens national loyalty and flourishes at its expense. In the same way loyalty to the family flourishes at the expense of tribal loyalty and weakens it. National fanaticism is essential to the nation but at the same time it is a threat to humanity. The nation in the world community is similar to the family in the tribe. The more the families of one tribe quarrel and become fanatic, the more the tribe is threatened. Equally if the members of one family quarrel and each of them seeks only his personal interests, the family is threatened, and if the tribes of a nation quarrel and seek their own interests, that nation is threatened. National fanaticism, the use of national force against weak nations, or the national progress which is the outcome of plundering from other nations, are evil and harmful to humanity. However, the powerful individual who respects himself and is aware of his own responsibilities is important and useful to the family, just as a strong respectable family, which is aware of its importance, is socially and materially useful to the tribe. Equally useful to the whole world is the progressive, productive and civilized nation. The national political structure is damaged when it descends to the lower social level, namely the family and tribe, and attempts to act in their manner and to adopt their views. The nation is a large family which has passed through the stage of the tribe and also through the ramifications of the tribes that have branched out of one origin; it includes as well those members who affiliated themselves with its destiny. The family, likewise, grows into a nation only after passing through the stages of the tribe and its ramifications, as well as through the stage of affiliation which comes about as a result of various types of a social mixture. Inevitably this is achieved over long periods of time. Although the passage of time creates nations, it also helps to fragment old ones. However, the common origin and shared destiny through affiliation are two historic bases for any nation, though origin ranks first and affiliation second. A nation is not defined only by origin, even though origin is its basis and beginning. In addition to that a nation is formed by human accumulations through the course of history which induce a group of people to live in one area of land, make a common history, form one heritage and face the same destiny. Finally, the nation, regardless of blood bond, is the sense of belonging and a common destiny. But why has the map of the earth witnessed great nations that disappeared to be replaced by other nations and vice versa? Is the reason political only, without any relationship to the social aspect of the Third Universal Theory? Or is it social and properly the concern of this part of the Green Book? Let us see: The family is indisputably a social structure, rather than political. The same applies to the tribe because it is a family which has reproduced, procreated and become many families. Equally the nation is a tribe, after it has grown and its branches have multiplied and become transformed into clans, then into tribes. The nation is also a social structure whose bond is nationalism, the tribe is a social structure whose bond is tribalism, the family is a social structure whose bond is family ties; and the nations of the world are social structures whose bond is humanity. These are self evident facts. Then there is the political structure of states which form the political map of the world. But why does the map of the world keep changing from one age to another? The reason is that the political structure may, or may not, be consistent with the social structure. When it is consistent in a nation, it lasts and does not change. If the change is forced by external colonialism or internal collapse, it reappears under the emblem of national struggle, national revival or national unity. When the political structure embraces more than one nation, its map will be torn up by each nation gaining independence under the emblem of nationalism. Thus, the maps of the empires, which the world has witnessed, have been torn up because they were made up of a number of nations. When every nation clings fanatically to its nationalism and seeks independence, the political empire is torn up and its components go back to their social origins. The evidence is crystal clear in the history of the world if we review all its ages. But why were those empires made
up of different nations? The answer is that the state is not only a social structure like the family, the tribe and the nation, but rather a political entity created by several factors, the simplest and foremost of which is nationalism. The national state is the only political form which is consistent with the natural social structure. Its existence lasts, unless it becomes subject to
the tyranny of another stronger nationalism, or unless its political structure, as a state, is affected by its social structure in the form of tribes, clans and families. It is damaging to the political structure if it is subjected to the family, tribal, or sectarian social structure and adopts its characteristics. However, religious, economic and military factors also contribute to form a state which differs from the simple state, the national state. A common religion, the requirements of economics or military conquests may constitute a state embracing several nationalisms. Thus, in one age the world witnesses a state or an empire which it sees disappear in another age. When the spirit of nationalism emerges stronger than the religious spirit and conflict flares up between different nationalisms which were brought together, for example, by one religion, each nation becomesindependent and recovers its social structure. That empire, then, disappears. The role of religion reappears
when the religious spirit emerges stronger than the spirit of nationalism. Consequently the various nationalisms are unified under the banner of religion until the national role appears once again and so on. All the states which are composed of several nationalisms for various reasons -- whether of religious, economics, military power or of man-made ideologies -- will be torn up by the national conflict until each nationalism is independent, i.e. the social factor will inevitably triumph over the political factor. Therefore, despite political factors which necessitate the establishment of the state, the basis for the life of individuals is the family, the tribe, then the nation, extending eventually to all humanity. The essential factor is the social factor. It is the permanent factor, namely nationalism. Stress should be laid on social reality and family care in order to bring up the integrated well-educated man. Care should then be given to the tribe as a social 'umbrella' and natural social school which brings up man at the post-family stage. Then comes the nation. The individual learns social values only from the family and the tribe which form a natural social structure engineered by no particular individual. Taking care of the family is for the sake of the individual just as the care of the tribe is in the interest of the family, the individual and the nation, i.e. nationalism. The social factor, namely the national factor, is the genuine and permanent driving force of history. To disregard the national bond of human groups and to establish a political system contradictory to social reality sets up a temporary structure which will be destroyed by the movement of the social factor of those groups, i.e. the national movement of each nation. All these realities are innate in the life of man and are not rational conjunctures. Every individual in the world should be aware of these realities and work accordingly, so that his action may be worthwhile. It is necessary to know these proven realities in order to avoid deviation, disorder and damage in the life of human groups which are the result of a lack of understanding and respect for these principles of human life.