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LA MUSICA E LE ARTI

L’umanità continuerà ad essere arretrata finché rimarrà incapace di esprimersi in un’unica lingua. Finché l’uomo non realizzerà tale aspirazione - che sembra persino impossibile - l’espressione della gioia e del dolore, del bene e del male, del bello e del brutto, del riposo e dell’affanno, dell’annientamento e dell’eternità, dell’amore e dell’odio, dei colori, dei modi di sentire, dei gusti e del temperamento - l’espressione di tutte queste cose rimarrà nella stessa lingua che ogni popolo parla spontaneamente. Anzi, il comportamento stesso rimarrà conforme alla reazione derivante dal modo di sentire che la lingua crea nell’intelligenza di chi la parla. L’apprendimento di un’unica lingua, qualunque essa sia, non è però la soluzione possibile al giorno d’oggi. Questo problema continuerà a restare necessariamente irrisolto finché il processo di unificazione del linguaggio non passerà attraverso molte epoche e generazioni. E a condizione che il fattore ereditario, trasmesso dalle generazioni precedenti, venga a cessare in seguito al trascorrere di un tempo a ciò sufficiente, dato che il modo di sentire, il gusto e il carattere dei nonni e dei padri formano quello dei figli e dei nipoti. Se tali antenati si esprimevano in lingue diverse, e se i loro discendenti si esprimessero in un’unica lingua, quest’ultimi non avrebbero l’un l’altro gli stessi gusti, sia pure parlando la stessa lingua. Infatti tale unità di gusti si realizza solo dopo che la nuova lingua arriva ad elaborare gusti e modi di sentire che le generazioni si trasmettono per eredità dall’una all’altra. Se un gruppo di gente, in caso di lutto, veste di colore bianco ed un altro gruppo, nella stessa situazione, veste di nero, il modo di sentire di ciascun gruppo si plasmerà in ragione di questi due colori. Vale a dire che un gruppo finisce per detestare il nero, mentre all’altro esso piace, e viceversa. Tale modo di sentire lascia una traccia tangibile, sulle cellule e tutte le molecole e la loro dinamica nel corpo. Perciò questo adattamento del gusto si trasmetterà per eredità: l’erede odia automaticamente il colore odiato da chi glielo trasmette, perché ne eredita anche il modo di sentire. Così i popoli sono in armonia solo con le loro arti e il loro retaggio. Non possono esserlo con quelle degli altri a causa del fattore ereditario; neppure se, diversi per retaggio, dovessero trovarsi a parlare una stessa lingua. Anzi, questa differenza, sia pure in termini molto ridotti, compare persino fra i gruppi di uno stesso popolo. L’apprendimento di un’unica lingua di per sé non è un problema, e non lo è neppure la comprensione delle arti degli altri, dopo aver appreso la loro lingua. Il vero problema è l’impossibilità del reale adattamento interiore alla lingua degli altri. Cosa che rimarrà impossibile fino a quando non sia scomparsa la traccia ereditaria nel fisico dell’uomo, evolutosi a parlare la stessa lingua. In realtà il genere umano continuerà ad essere arretrato finché l’uomo non parlerà col suo fratello umano una stessa lingua, che sia trasmessa per eredità, e non appresa. Però il raggiungimento di tale meta da parte dell’umanità resta un problema di tempo, almeno finché la civiltà non abbia subito un totale rivolgimento.


MELODIES AND ARTS

Man is still backward because he is unable to speak one common language. Until he attains this human aspiration, which seems impossible, the expression of joy and sorrow, what is good and bad, beauty and ugliness, comfort and misery, mortality and eternity, love and hatred, the description of colours, sentiments, tastes and moods -- all will be according to the language each people speaks automatically. Behaviour itself will remain based on the reaction produced by the feeling the language creates in the speaker's mind. Learning one language, whatever it may be, is not the solution for the time being. It is a problem that will inevitably remain without solution until the process of the unification of languages has passed through various generations and epochs, provided that the hereditary factor comes to an end in those generations through the passage of enough time. For the sentiment, taste and mood of the forefathers and fathers form those of sons and grandsons. If those forefathers spoke various languages and the grandsons speak one language, the grandsons will not necessarily share a common taste by virtue of speaking one language. Such a common taste can only be achieved when the new language imparts the taste and the sense which are transmitted by inheritance from one generation to another. If a group of people wear white clothes in mourning and another group put on black ones, the sentiment of each group will be adjusted according to these two colours, i.e. one group hates the black colour while the other one likes it, and vice versa. Such a sentiment leaves its physical effect on the cells as well as on the genes in the body. This adaptation will be transmitted by inheritance. The inheritor automatically hates the colour hated by the legator as a result of inheriting the sentiment of his legator. Consequently, people are only harmonious with their own arts and heritages. They are not harmonious with the arts of others because of heredity, even though those people, who differ in heritage, speak one common language. Such a difference emerges between the groups of one people even if it is on a small scale. To learn one language is not a problem and to understand others' arts as a result of learning their language is also not a problem. The problem is the impossibility of a real intuitional adaptation to the language of others. This will remain impossible until the effect of heredity, which is transmitted in the human body, comes to an end. Mankind is really still backward because man does not speak with his brother one common language which is inherited and not learned. However, it is only a matter of time for mankind to achieve that goal unless civilization should relapse.