LA BENEDIZIONE DEL NUOVO CAVALIERE Traduzione dal " Pontificale Romanum " Tratto da: "SAN BERNARDO - L'ELOGIO DELLA NUOVA CAVALLERIA II cavaliere può essere creato e benedetto in qualunque giorno, luogo ed ora; ma se deve essere creato in seno alla celebrazione della Santa Messa, il vescovo, con quell'abito col quale ha celebrato la Messa o vi è intervenuto, stando in piedi dinnanzi al centro dell'altare davanti al faldistorio, o sedendo su di esso; secondo il convenuto, finita la Messa, compie il rito. Se invece la creazione del cavaliere avviene al di fuori della Santa Messa, il vescovo celebri la cerimonia con la stola sopra il rocchetto, o se può essere regolare, sopra il copripelle. E, per prima cosa, stando in piedi con il capo scoperto, benedice, qualora prima non sia già stata benedetta, la spada che qualcuno genuflesso davanti a lui tiene sguainata, e dice: R. Che fece il cielo e la terra. V. O Signore, esaudisci la mia preghiera. R. E la mia voce giunga a te. V. Il Signore sia con voi. R. E con il Tuo spirito. Preghiamo Esaudisci, ti preghiamo, o Signore, le nostre preghiere, e questa spada, della quale questo Tuo servo desidera cingersi, degnati di benedire con la destra della tua maestà, affinchè egli possa essere difensore della Chiesa, delle vedove, degli orfani, e di tutti coloro che servono Dio, contro la malvagità dei pagani e degli eretici; e sia egli motivo di terrore e sbigottimento per coloro che tramano insidie contro di lui. Per Cristo Nostro Signore. R. Amen. Preghiamo Benedici, o Signore santo, Padre onnipotente, eterno Dio, per l'invocazione del santo tuo nome e per l'avvento di Gesù Cristo figlio tuo Nostro Signore, e per il dono dello Spirito Santo Paraclito, questa spada, affinchè questo tuo servo, il quale oggi per tua sì grande bontà è da essa cinto, calpesti i nemici visibile e, ottenuta in tutto la vittoria, rimanga sempre illeso. Per Cristo nostro Signore. Salmo 143 Benedetto sii, Signore Dio mio, che guidi le mie mani nel combattimento: * e le mie dita in guerra. Mia misericordia, e mio rifugio: * mio sostegno e mio liberatore. Mio protettore, nel quale io sperai: * tu che assoggettasti a me il mio popolo. Gloria al Padre. Come era, ecc. R. Dio mio, spero in te. V. Sarai per lui, o Signore, torre di fortezza. R. Dal volto del nemico. V. O Signore, esaudisci la mia preghiera. R. E la mia voce giunga a te. V. Il Signore sia con voi. R. E con il tuo spirito. Preghiamo O Signore santo, Padre onnipotente, eterno Dio, che da solo ordini tutte le cose e le disponi secondo giustizia, tu che per reprimere la malvagità dei reprobi e per difendere la giustizia permettesti l'uso della spada sulla terra agli uomini secondo la tua salutare disposizione e volesti che fosse istituito l'ordine della Cavalleria per la protezione del popolo, e per mezzo del beato Giovanni facesti dire ai soldati che a lui nel deserto erano venuti di non depredare nessuno ma di esser contenti dei propri salarii ; la tua clemenza, o Signore, supplichevolmente imploriamo, così come elargisti a Davide, fanciullo tuo, la capacità di superare Golia e facesti trionfare Giuda Maccabeo sulla malvagità delle genti che non invocavano il nome tuo, così anche a questo tuo servo, il quale testé sottopone il collo al gioco della milizia, concedi con pietà celeste le forze e l'audacia per la difesa della fede e della giustizia, e aumenta la sua fede, la sua speranza e la sua carità e dagli, parimenti, il timore e l'amore nei tuoi riguardi, l'umiltà, la perseveranza, l'obbedienza, la buona pazienza e disponilo interamente verso il giusto, affinchè non danneggi ingiustamente alcuno con codesta spada o con un'altra e affinchè difenda con essa quanto vi è di giusto e di retto e come egli stesso è promosso da uno stato inferiore alla nuova dignità della milizia, così, abbandonando il vecchio uomo che era e le sue azioni, accolga lui il nuovo uomo che è divenuto: affinchè ti tema e ti onori rettamente, eviti la famigliarità con i perfidi e rivolga al prossimo la sua carità, obbedisca rettamente al suo superiore in ogni occasione ed esegua sempre il suo ufficio secondo giustizia. Per Cristo nostro Signore. Allora asperge la spada con acqua benedetta. Qualora invece la spada sia già stata benedetta si deve omettere quanto detto prima. Dopo questi atti il vescovo, sedendo, presa la mitria, consegna la spada sguainata nella mano destra al nuovo cavaliere inginocchiato davanti a lui, dicendo: Ricevi questa spada nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo e utilizzala per la difesa di te stesso e della Santa Chiesa di Dio e per scompigliare i nemici della Croce di Cristo e della fede cristiana, e per quanto l'umana fragilità permetterà, non ledere ingiustamente alcuno con essa: e si degni di assicurare ciò Colui che con il Padre e lo Spirito Santo vive e regna come Dio, per tutti i secoli dei secoli. R. Amen. Poi la spada viene riposta nel fodero e il vescovo cinge il nuovo il cavaliere con la spada, dicendo: Ti cinga la tua spada sopra il femore, o fortissimo, e considera che i santi non con la spada, ma con la fede vinsero i regni. Perciò il nuovo cavaliere cinto dalla spada si leva in piedi ed estrae quella dal fodero e fa vibrare virilmente tre volte quella sguainata e la terge sopra l'avambraccio sinistro, poi la ripone nel fodero. Allora il vescovo dà al nuovo cavaliere il bacio della pace dicendo: E il vescovo prendendo di nuovo la spada sguainata nella destra percuote leggermente tre volte con quella sopra le scapole il nuovo cavaliere inginocchiato davanti a lui, dicendo nel frattempo solamente: Sii cavaliere pacifico, valoroso, fedele e devoto a Dio. Poi, riposta la spada nel fodero, il vescovo dà con la mano destra un leggero schiaffo al nuovo cavaliere dicendo: Sii destato dal sonno della malizia, e veglia nella fede di Cristo e sia lodevole la tua fama. E i cavalieri astanti impongono gli speroni al nuovo cavaliere; e il vescovo, stando seduto con la mitria, pronuncia l'antifona: Bello nell'aspetto davanti ai figli degli uomini, cingi, o fortissimo, il tuo fianco con la tua spada. Il vescovo si leva in piedi e stando rivolto verso il nuovo cavaliere, scoperto il capo, dice: Preghiamo Onnipotente eterno Dio, sopra questo tuo servo che desidera essere cinto con questa insigne spada (lett. punta), infondi la grazia della tua benedizione, e fa sì che egli, fidente nella virtù della tua destra, sia armato di celesti presìdi contro tutte le cose avverse, affinchè in questo secolo non sia turbato da nessuna tempesta di guerra. Pronunciate queste parole, il nuovo cavaliere bacia la mano del vescovo, e, deposti la spada e gli speroni, va in pace. |
«Chi è questi che viene da Edom? Egli da solo ha pigiato l'uva nel torchio. Vi giunse uno che parlò della vergogna di Gerusalemme e dei luoghi sacri profanati; Pietro l'Eremita, che flagellava con le parole, e fra chi lo ascoltò alcuni erano buoni, molti erano malvagi, e molti non erano niente. Come tutti gli uomini in qualsiasi luogo. Alcuni partirono per amore di gloria, altri perché erano infaticabili e curiosi, alcuni rapaci e lussuriosi; molti lasciarono il loro corpo agli avvoltoi della Siria, o furono dispersi in mare lungo il viaggio; molti lasciarono l'anima in Siria, continuando a vivere immersi nel peccato; molti tornarono indietro a pezzi, ammalati, costretti all'elemosina, trovando, giunti alla loro porta, che uno straniero aveva preso possesso delle loro cose; giunsero a casa screpolati dal sole dell'Est e dai sette peccati capitali della Siria... E a dispetto di tutto il disonore, degli stendardi spezzati, delle vite spezzate, della fede spezzata in un luogo o in un altro, c'era qualcosa che essi lasciarono, ed era più che i racconti di vecchi nelle sere d'inverno. Solo la fede poté aver fatto quanto in ciò vi era di bene: l'integra fede di pochi, la fede parziale di molti. Non avarizia, lascivia, tradimento, invidia, accidia, gola, gelosia, superbia: non queste cose fecero le crociate, ma furono queste cose che le disfecero. Ricordate la fede che trasse gli uomini dai loro focolari al richiamo di un predicatore errante. La nostra è un'età di virtù moderata, e di vizio moderato, in cui gli uomini non deporrannno la croce perché mai l'hanno presa. Eppure nulla è impossibile: nulla agli uomini di fede vera. Rendiamo quindi perfetta la nostra volontà. O Dio aiutaci.» Thomas S. Eliot |
di Franco Cardini - da Linea-tempo - Crociate, una memoria imbarazzante
LE CROCIATE: CROGIOLO D'EUROPA?
Le crociate non sono mai state "guerre di religione", non hanno mai mirato alla conversione forzata o alla soppressione degli infedeli. Eccessi e violenze compiuti nel corso delle spedizioni - che ci sono stati e non vanno dimenticati - debbono tuttavia esser valutati nel quadro della normale ancorché dolorosa fenomenologia degli eventi militari e sempre tenendo presente che alcuna ragione teologica li ha giustificati. La crociata corrisponde a un movimento di pellegrinaggio armato lentamente affermatosi e sviluppatosi nel tempo - fra XI e XVIII secolo - che dev'essere inteso inserendolo nel contesto del lungo incontro fra la Cristianità e Islam, che ha prodotto positivi risultati culturali ed economici (come si giustifica altrimenti la notizia di frequenti amicizie e addirittura alleanze militari tra cristiani e musulmani nella storia delle crociate?). Franco Cardini |