ATTIVISMO CIVICO

Cannibalismo ambientale: Le cave


Cartoceto (Pesaro Urbino), località Sant Anna - cava di argilla


Attività collaterale a quella dei palazzinari e ad essa funzionale, è quella delle cave.
La vallata del Metauro è interessata da cave di ghiaia e argilla rispettivamente usate per fare cemento e mattoni.
Vi siete chiesti perché, alle prime piovute abbondanti, fiumi di fango scorrono lungo le strade e intere porzioni di campagna, a volte, scivolano giù fino ad invadere le carreggiate?
Vi siete mai chiesti perchè, alle foci dei fiumi, sempre più il mare si mangia le spiagge?
Sapete perché nel fondo dei vasi di fiori, prima di mettere la terra, è bene mettere un piccolo strato di ghiaia?
Per le stesse ragioni.
Il mestiere del contadino è un mestiere bellissimo, sacro, ma duro e poco adatto a potersi permettere un certo tenore di vita rispondente alle nuove direttive europee circa status symbol e lusso.
Difficilmente un agricoltore, possedendo pochi ettari di terreno e coltivandoli può giungere a poter acquistare, per fare un esempio, una Porsche Cheyenne.
Ovvero, potrebbe in due casi:

uno illegale, coltivando essenze esotiche che però ben si adattano ai nostri climi come la Cannabis Sativa e occupandosi di tutta la filiera, dalla produzione fino alla distribuzione al dettaglio,

uno legale, facendo rientrare il proprio terreno nel Piano Cave, scavando (togliendo la terra dal vaso), vendendo ai cementifici la ghiaia e alle fornaci l’argilla, situate sotto lo strato di terreno, ripristinando la terra asportata (rimettendo la terra nel vaso, ma dopo aver tolto dal fondo dello stesso la ghiaia o i cocci).

Il risultato è la creazione di enormi gavettoni di fango pronti ad esplodere alla prima piovuta.
Paradossalmente, se in tali terreni si potesse mantenere il naturale assetto idrogeologico astenendosi dal prelevare la ghiaia, li si coltivasse a Cannabis Sativa e se ne somministrasse il principio attivo a legislatori ed amministratori, potrebbe conseguirne una fortunosa apertura mentale degli stessi, una relativizzazione ai loro occhi dei beni caduci di questo mondo (soldi e potere) a grande beneficio dell’equilibrio del pianeta e di quello che oggi si ama definire “sviluppo sostenibile”.

Franco Cenerelli