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*** APPELLO ***

Da: "Letteratura - Tradizione"

Con questo appello, che ripeteremo fino a quando avrà vita la rivista, intendiamo dire alcune parole chiare, con estrema concisione, su quello che riteniamo sia il dovere di intellettuali, scrittori poeti artisti, orientati tradizionalmente, su ciò che ci riguarda come esseri viventi, in un contesto politico. Non interessandoci gli schieramenti partitici, che sono ormai a nostro avviso perlopiù sclerotizzati in una dinamica allucinata e forzata, siamo invece interessati al grande dibattito delle idee, legato agli archetipi ed agli interessi, che è quello che muove il mondo e che determinerà il destino dei nostri figli. L'Europa che si sta costruendo è viziata da una minorità politica che non si riempirà con improbabili mitologie resistenzialiste ed antifasciste, con proskinesis al sionismo, con esclusioni di idee forti in favore di un mondialismo finanziarista, di un radicalismo libertinista, di una morale da servi pasciuti ed ottusi, privi di ogni orizzonte ideale che non sia la pappa liofilizzata distribuita dalle centrali del pensiero radical-progressista, sempre più in difetto di idee originali e quindi necessitato a vivere di vita saprofitica ed a lanciare, nella nebbia dell'inconsistenza ideale, parole d'ordine virtualistiche e geneticamente modificate. La forzatura che in questi ultimi anni si manifesta con una virulenza proporzionale al degrado di ogni struttura normalmente orientata a pervicace favore delle degenerazioni di ogni specie grado e livello, necessita di una risposta forte che intellettualmente impegni ogni pensante attivo in una lotta senza quartiere e senza coperture o vigliaccherie di sorta. Questa con o senza prospettive di successo. A significare uno stile di vita che vada al di là della semplice testimonianza e divenga lievito per il futuro. La rivista contiene un pensiero che, comunque si declini all'intemo di un ampio sentire, che ormai si protrebbe definire ancor prima che politico (per il piano culturale ove siamo costretti a vivere) e ancor più che metapolitico, prepolitico, non può pensare di arrendersi ai demoni che circolano, a rischio di impossibilitare ogni autentica vocazione oltre che ogni legittima espressione.
Con questo semplice appello, che non richiede altri livelli mediativi, affidandosi alla sensibilità naturale (se c'è) di ogni pensante attivo degno di questo indirizzo, intendiamo impegnarci, sempre e costantemente, per testimoniare senza fraintendimenti e senza ipocrisie il nostro sentire, anche responsabilmente chiaro a fronte delle nuove generazioni.

20.III.2000

Sandro Giovannini, Gianni Bertuccioli, Andrea Marcigliano, Paolo Silvestri.

 

 

I NUOVI DITTATORI - Ida Magli, Da il Giorno Online Ven. 4/ feb.

L'aspetto più sconvolgente di quello che sta avvenendo intorno alla vicenda austriaca è la sicurezza con la quale si affermano come assoluti i cosiddetti "valori dell'Europa".
Un'Europa costruita sul mercato, sul denaro, che ha posto a garanzia dell'osservanza delle sue regole delle "multe" (sarebbe divertente sapere a quanti euro verrebbero eventualmente quantificati gli "sgarri" dell'Austria in fatto di libertà di governarsi o di sentirsi nazione), scopriamo adesso che aveva come suo vero scopo una politica di potenza: l'imposizione a tutti della sua volontà.
(...)
E' questo il vero volto dell'Unione Europea; adesso lo sappiamo. Chi possiede il potere non può fare a meno di volerne sempre di più. Che si chiamino Imperatori, che si chiamino Papi, che si chiamino Presidenti, che si chiamino Capi di Stato o di Governo, quello che perseguono è sempre la stessa cosa: potere, potere, potere!
La storia non ha mai insegnato nulla, è vero; ma mai è stato così vero come in questa nuova versione dell'imperialismo: quello democratico.
Riflettiamo un momento a quanto è successo nel giro di un anno. Guidati da economisti e banchieri, incapaci di fare previsioni attendibili neanche a brevissimo termine, la potente moneta unica, quella che doveva far tremare l'America, ci ha tolto dalle tasche il 17 per cento dei nostri soldi. (...)
I capitali se ne vanno (parola del Governatore Fazio) perché nell'indistinto mare europeo si sono persi tutti i caratteri che facevano la forza delle singole nazioni. Guardate cosa ha fatto l'Unione della Germania e del marco: si è inabissata la fiducia che soltanto l'immagine tedesca suscitava. (...)
Infine, la domanda a viso aperto: nessuno potrà più dunque difendere la propria PATRIA, i propri confini, la propria lingua, la propria religione, la propria civiltà, senza essere accusato di nazismo? E visto che Haider è stato votato da una buona percentuale di Austriaci, si sta forse accusando gli Austriaci di oggi, che Hitler non l'hanno mai conosciuto, di essere "geneticamente" nazisti? Il razzismo è appunto questo: assegnare a un gruppo delle caratteristiche comportamentali genetiche, ereditarie, inevitabili. Proprio quello che pensava Hitler degli Ebrei.


MAI PIU' NAZIFASCISMO - di Franco Cenerelli

"Rispettiamo tutti, tranne quelli che non la pensano come noi.
Certo, vi sono stati aspetti negativi nel comunismo, dovuti più che altro all'errore umano, ma i "compagni che sbagliavano" nel momento in cui sbagliavano erano come "posseduti" dal demone del nazifascismo.
L'Armata Rossa è l'esempio di un popolo che, armato, ha combattuto per la libertà, per il comunismo, per "liberare" il mondo intero dalla schiavitù del capitalismo..."
 

Come avrete intuito, queste non sono parole di Haider, son parole uscite per gioco dalla mia tastiera, ma potrebbero essere uscite dalla bocca di un Bertinotti, di un Cossutta o di un intellettuale di sinistra qualsiasi.
Haider ha detto cose enormemente più gravi!
Ha detto che tra le SS vi furono dei valorosi combattenti!... dimenticandosi che "quelli vestiti di nero con il teschio sul cappello" sono i cattivi! Forse non ha mai visto un film sulla seconda guerra mondiale... o sui pirati.
In genere sono films americani, quindi originariamente con dialoghi in lingua inglese.
Ora, nel doppiaggio, perchè gli americani parlano italiano e i tedeschi in tedesco?
Perchè non conta quello che dicono, non hanno voce, abbaiano, e quando incidentalmente parlano...


...La Sinistra giovanile scende in piazza contro Haider (dal Carlino del 16/12/00)

PESARO - "Mai più nazifascismo": sarà questo il motto del presidio organizzato dalla Sinistra Giovanile della nostra provincia, che domani alle ore 14.00 campeggerà su Piazza del Popolo per dimostrare contro la visita del leader dell'estrema destra Haider in Vaticano. E non a caso la Sinistra Giovanile della Federazione di Pesaro e Urbino ha scelto di gemellarsi con la Verband Sozialistischer Studentinnen di Vienna, dal momento che è proprio dall'Austria che proviene il movimento di Haider, contro il quale la manifestazione di domani è organizzata. Sarà, quella di domani, una campagna contro le nuove forme di intolleranza, che con la mostra "Lo sterminio in Europa" organizzata dall'Associazione Nazionale Ex-Deportati, mirerà a sensibilizzare l'opinione pubblica sul pericolo grave e allarmante rappresentato dai recenti movimenti neonazisti.

Dice bene il Cardinale Biffi:

"La nostra società occidentale ha subito, fortunatamente in maniera decisiva, l'influsso della dottrina di Gesù. Ce ne rendiamo conto quando guardiamo a qualche area del mondo non cristiano dove la diseguaglianza, la schiavitù, la condizione avvilente della donna sono ancora sancite da leggi. Tuttavia anche da noi, quando i valori evangelici si oscurano e la testimonianza dei battezzati si sbiadisce, compaiono talvolta deplorevoli manifestazioni di razzismo e di sopraffazione di un gruppo sull'altro, di una classe sull'altra;
non di rado si incontra altresì qualche forma di razzismo culturale e ideologico in cui capita che si distinguano particolarmente proprio coloro che a gran voce si conclamano antirazzisti".


La memoria... ha le gambe corte, ma le si prospetta un lungo cammino! Simpatica però l'immagine dei "futuri rappresentanti politici dei DS".
Implumi e con il becco spalancato, sembra di vedere le testine glabre spuntare dal nido... fanno quasi tenerezza!
Per un movimento che dice di volersi distinguere nel modo di far politica... come inizio non c'è male!
 

da "Il Resto del Carlino" 26/01/2001

Cagli: una mostra sui campi di sterminio "contro gli ideali neonazisti e fascisti"

CAGLI — "Io non dimentico: mai più nazifascismo". E' questo il titolo di una mostra fotografica sui campi di concentramento che il movimento provinciale della sinistra giovanile organizzerà a Cagli domani. Iniziativa che secondo il segretario dei DS cagliesi, Ciabocchi, si pone come obiettivo..."quello di contrastare l'avanzata di ideali neonazisti e fascisti, che alcune forze politiche stanno cercando di radicare nel nostro territorio". Nei giorni scorsi si è costituita nel Catria e Nerone la sinistra giovanile. Aggiunge Ciabocchi: "Si vuol distinguere nel modo di far politica con e per i giovani, quella politica pura, non intaccata dai problemi amministrativi, cercando di porsi in maniera critica o propositiva a seconda delle situazioni e sui temi che li coinvolgono. Lavoro, scuola ed aggregazione in testa. Non va dimenticato che la sinistra giovanile si fa carico anche di far crescere e preparare quelli che saranno i futuri rappresentanti politici dei DS".

Mario Carnali

 

 

(...) Le tendenze che oggi mirano ad indebolire l' Italia sono negative per l'Europa stessa e nascono anche sullo sfondo della negazione del cristianesimo. In una tale prospettiva si vorrebbe creare un' Europa, e in essa anche un' Italia, che siano apparentemente "neutrali" sul piano dei valori, ma che in realtà collaborino alla diffusione di un modello postilluministico di vita. Ciò si può vedere anche in alcune tendenze operanti nel funzionamento di istituzioni europee (...)

(Giovanni Paolo II, Lettera ai vescovi italiani, 6 gennaio 1994)

 

 

(...) Noi abbiamo propugnato l'egemonia europea, rivolgendoci a un'Europa che era stata ormai americanizzata o sovietizzata, senza considerare che questa Europa era diventata serva degli Usa o dell'Urss perché i popoli e le nazioni europee avevano assorbite-successivamente, ma non conseguentemente, alla sconfìtta militare - le esportazioni ideologiche degli Usa e dell'Urss...
E' giunto il momento di terminare di baloccarci col fantoccio Europa o di fare gargarismi colla sua espressione vocale.
Con l'Europa illuminista noi non abbiamo nulla a che fare.
Con l'Europa democratica noi non abbiamo nulla a che vedere.
Con l'Europa mercantilistica, con l'Europa del colonialismo plutocratico: nulla da spartire.
(...)
L'Europa è una vecchia baldracca che ha puttaneggiato in tutti i bordelli e che ha contratto tutte le infezioni ideologiche - da quelle delle rivolte medievali dei Comuni a quelle delle monarchie nazionali antimperiali; dall'illuminismo al giacobinismo, alla massoneria, al giudaismo, al sionismo, al liberalismo, al marxismo.
Una baldracca, il cui ventre ha concepito e generato la rivoluzione borghese e la rivolta proletaria; la cui anima è stata posseduta dalla violenza dei mercanti e della ribellione degli schiavi. E noi, a questo punto vorremmo redimerla, sussurrandole parole magiche, dicendole, per esempio, che essa deve concedersi esclusivamente agli 'europei'... da Brest a Bucarest??! ! !...Noi abbiamo alzata la bandiera dell'Europa senza comprendere che questa non poteva rappresentare per noi alcun significato valido ed omogeneo: senza osservare quanti fossero i fili e i lacci da cui era composto il suo tessuto stracciato e quanto sterco esso nascondeva! (...)

Franco Freda

tratto da: "La disintegrazione del sistema" - 1969




di: ANDREA DI TOMA

L'indipendenza Nazionale è oggi qualcosa di sconosciuto per la maggior parte degli Italiani, le cause di tutti i mali devono andarsi a cercare in anni lontani, il 25 Aprile è una data da dimenticare! E' l'inizio ufficiale della tirannia u.s.a. sulla Nazione, tirannia che si è poi allargata a tutta l'Europa, rimangono libere poche Nazioni come Austria (che ha recentemente subito la minaccia di sanzioni e la condanna della maggior parte dei governi delle "nazioni" asservite....) e Serbia (che ha addirittura combattuto una guerra contro la dittatura americo-sionista...). Nelle Nazioni in cui vige il servilismo filo americo-sionista sono spesso però organizzate buone forme di resistenza a questo tipo di dittatura (una dittatura che si mostra tramite il continuo lavaggio del cervello mass-mediatico...) ma una resistenza passiva ormai non basta più! Occorre avere mezzi che possano contrastare l'invasore su suolo Europeo almeno alla pari, se ciò non è possibile allora bisogna "riparare" con una militanza decisa e risoluta che riesca a colmare le lacune dovute alla scarsezza di mezzi finanziari e di propaganda....La rete in questo senso può e deve essere considerata la nostra piccola "radio londra" in questo spazio devono sorgere iniziative che possano fare una buona controinformazione, non si raggiungeranno tutti i cittadini, ma con il tempo e l'espansione di internet sempre più gente potrà accedere alla rete e le possibilità di informazione non asservita saranno maggiori.. Non vanno criminalizzate le iniziative regionaliste che contrastano il mondialismo e il suo criminale "disegno" da un punto di vista regionale, ma dobbiamo stare attenti a "personaggi" che "infiltrandosi" nelle organizzazioni regionaliste provocano con discorsi ad arte malumori e contrasti non contro il governo centrale di Roma, ma contro i cittadini di altre regioni, anche questo è studiato! Roma è la capitale del potere è vero, ma è strumentale dire che il potere che governa la Nazione e ogni singola regione è di stampo Romano, è una menzogna! Di diritto Romano non c'è nulla nel potere che ha sede a Roma, e non potrebbe esserci visto che non si tratta di un potere Romano ma di un potere in mano alla peggior gente straniera (straniera per cultura storia tradizione e religione..). La gente rimbambita dal pacifismo e dalle idiozie che la rendono schiava non si rende conto di quale immane tragedia ha subito la Nazione dal 1945 a oggi, tutto ciò che oggi avviene ci deve far riflettere su come e perchè è scoppiato il secondo conflitto mondiale, pensate che le sanzioni contro la Serbia, l'Austria, e l'Irak siano avvenute per caso? Quelle sanzioni sono il copione di fatti già avvenuti, e lo scoppio della guerra mondiale non può imputarsi nè a Mussolini nè a Hitler, i fatti di fronte ai nostri occhi dimostrano che quella guerra era inevitabile, in quella guerra si scontrarono idee opposte, l'uomo contro la schiavitù del profitto, ecco cosa accadde! L'uomo ha perso quella guerra e il profitto oggi lo rende sempre più schiavo, oggi ci troviamo di fronte la realtà contro cui milioni dei migliori Europei (e Italiani...) hanno combattuto, loro sono morti perchè non volevano lo scempio in cui oggi noi viviamo! Come è possibile che la gente non capisca che quella guerra era inevitabile e quindi sacrosanta? Questo lavaggio del cervello mediatico impedisce a chi lo subisce  di ragionare con la propria testa!   Oggi si apprende la notizia che Gard Lerner è il nuovo direttore del tg1, la sua nomina non è casuale, come non lo è stata quella di Mimun a direttore del tg2......!!!!

andrea di toma

 

Il Mein Kampf torna nelle librerie italiane. Grazie a un editore cossuttiano

(...)"Nell’Europa degli Haider - aggiunge l’editore -, la gente deve conoscere quanto assurdo e stupido sia questo libro, che comunque si apre con una introduzione redazionale antinazista e presenta in appendice venti fotografie dei Lager senza commento.(...)

 

di Cesare Medail, da il Corriere della Sera 6/05/2000

Il vangelo politico di Adolf Hitler è ritornato dopo trent’anni nelle librerie italiane: Mein Kampf (La mia battaglia) nacque nel carcere di Landsberg, dove il futuro tiranno ne dettò le linee a Rudolf Hess dopo il fallito putsch del 1923. In Italia arrivò solo nel 1934, quando un professore ebreo, Angelo Treves, propose la sua traduzione a Valentino Bompiani allo scopo di "far conoscere chi era veramente Hitler" col suo programma razzista e pangermanico. Bompiani ristampò il libro fino al ‘43 (negli anni ‘30 ci fu anche una polemica, perché Mussolini fece togliere alcuni passi che non gli andavano a genio). Poi, nell’Italia della Liberazione, nessuno si prese più la briga di ristamparlo fino al ‘70, quando il libro uscì presso le edizioni Pegaso, dopo che un tentativo di impedirne la pubblicazione da parte del Land di Baviera (per una questione di diritti) fu bocciato dal Tribunale di Bologna. In questi trent’anni le pagine di Hitler sono state riproposte in modo frammentario e incompleto da edizioni per così dire "alternative". Altre opere del dittatore (Idee sul destino del mondo, Discorsi sull’arte nazionalsocialista, Ultimi discorsi) furono pubblicate in questi anni dalle Edizioni di Ar, vicine a Franco Freda, lo stesso gruppo che in questo periodo stava preparando un’ampia edizione critica proprio di Mein Kampf. Le Edizioni di Ar, però, sono state precedute dalle Edizioni Riforma dello Stato, che ripropongono la stessa traduzione uscita da Pegaso nel ‘70. Viene da chiedersi se questa corsa a ristampare quelle farneticazioni agli albori nel nuovo millennio non rispecchi certe nostalgie riaffioranti dal ventre oscuro dell’Europa. Ma qui sta la sorpresa. Dietro le sigle "Pegaso" e "Riforma dello Stato" non figura la destra radicale alla Franco Freda, ma un noto comunista tutt’altro che pentito, le cui idee hanno retto al crollo dei Muri e dell’Urss: l’editore Roberto Napoleone, che ha battuto sul tempo l’estrema destra nella corsa a pubblicare Hitler. Napoleone, che ora si definisce cossuttiano, è presidente del comitato internazionale "Lenin", ha pubblicato i diari di Olga Uljanova, nipote dello stesso Lenin, le memorie di Ligaciov, Lukjanov e di Gromiko, del quale era buon amico ("Avevo stabilito un buon rapporto anche con Eltsin - ricorda l’editore – per salvare i monumenti e gli archivi dell’Urss"). Se è vero che Napoleone ha riesumato pagine aberranti sparite dalle librerie, le sue intenzioni sono limpide: esibire il mostro in tutto il suo orrore. Anzi, "in tutta la sua stupidità". "Nell’Europa degli Haider - aggiunge l’editore -, la gente deve conoscere quanto assurdo e stupido sia questo libro, che comunque si apre con una introduzione redazionale antinazista e presenta in appendice venti fotografie dei Lager senza commento. Se i nazisti bruciavano i libri, gli editori li pubblicano". A chiarimento dello scopo editoriale e politico, in quarta di copertina si legge: "Questo libro viene ripubblicato oggi affinché l’uomo rifletta, giudichi e non dimentichi gli orrori che da esso scaturirono". E per chi non avesse capito viene anche citata un frase di Indro Montanelli: "La lettura del Mein Kampf io la renderei, per legge, obbligatoria. Fuori dal contesto in cui fu concepito e scritto, quel libro è un caciucco di coglionerie". Le intenzioni di Napoleone, ripetiamo, sono limpide, ma c’è chi la pensa altrimenti. Lo scorso marzo, infatti, Amazon. com, la grande azienda di vendite on line americana, ha deciso di bloccare la distribuzione di Mein Kampf ai clienti residenti in Germania in seguito a una richiesta del Centro Simon Wiesenthal di Los Angeles. La vendita del "vangelo" di Hitler e di altri scritti razzisti e antisemiti viola, infatti, le leggi della Repubblica federale. E l’editore tedesco Bertelsmann, che detiene il 40 per cento della Bames and Noble (editore di Mein Kampf in lingua inglese), è stato il primo a reagire obbligando la sua filiale americana a rispettare le norme, in modo che Amazon.com non potesse più spedire quei libri in Germania. La scorsa estate, infatti, una versione inglese del libro di Hitler era entrata fra i primi dieci bestseller tedeschi. Da noi è probabile che vada diversamente, anche se la prima edizione (cinquemila copie del Mein Kampf messa in libreria da Napoleone è andata esaurita in quindici giorni. E’ ovvio che in un Paese libero non vada chiesta la carta d’identità ideologica ai lettori, ma sarebbe curioso sapere quanti di essi non abbiano tatuata una svastica, sulla pelle o nell’anima. 

Cesare Medail

Il libro: "Mein Kampf" di Adolf Hitler,

Edizioni Riforma dello Stato, pagine 274, lire 30.000

 

 

I FONDAMENTALISTI DELL'OCCIDENTE
di Franco Cardini da: "Il Resto del Carlino" del 17/12/00

Le plateali proteste leghiste e cattointegraliste contro il diritto dei musulmani a pregare e a riunirsi, le strumentalizzazioni ideologiche della polemica sui libri scolastici, le recenti esternazioni di Norberto Bobbio a proposito del "pericolo-Berlusconi" e ancor più i recentissimi fatti legati alla breve visita romana di Haider, m'impongono ohimè alcune malinconiche e impopolari riflessioni. Mi chiedo in che mondo stiamo vivendo, mi domando verso che tipo di società si stia andando. E comincio purtroppo a sospettare di averlo capito.
"Non sono in nulla d'accordo con te; odio le tue idee; ma sono disposto a farmi uccidere pur di difendere il tuo diritto ad esprimerle liberamente".
A dir la verità, non so chi abbia davvero mai pronunziato o scritto questa frase o una molto simile. Essa viene citata spesso come di Voltaire; altri l'attribuiscono a Diderot o a D'Alembert. E' una specie di motto di tutti coloro che si considerano autenticamente e integralmente liberali. A me è sempre molto piaciuta: non sono né liberale né liberista, ma di questa massima apprezzo il carattere leale, generoso, cavalleresco. Sarò un romantico. Una massima liberale', attenzione: non liberal. Tale termine sta piuttosto a qualificare qualcosa come radicale' o come ben ha tradotto di recente Indro Montanelli azionista'. E i liberal, checché pensino di se stessi, non sono né generosi, né aperti, né fautori di alcuna libertà che non coincida con quel ch'essi pensano essere appunto la libertà. I liberal sono in realtà dei giacobini. Come l'amico Paolo Flores d'Arcais, che dalle autorevolissime colonne di Repubblica' dichiara che l'Islam non ha diritto a definirsi 'cultura' in quanto ignora la dimensione dell'individualismo. Insomma, si ha diritto ad essere rispettati solo a patto di accettare l'ideologia dell'individualismo, del razionalismo, del laicismo e del progressismo. Se non si crede in tutti e tre questi valori, o non si accetta il loro primato, si ha al massimo diritto di venir tollerati come specie in via d'estinzione.
Dico la verità: pur non avendo nulla di personale contro di loro, temo il modo di ragionare di persone come Flores d'Arcais, o Galante Garrone, o Margherita Hack. Li temo perché mi paiono portatori di una nemmeno troppo nuova, ma senza dubbio chiusa e rigida forma di clericalismo intellettuale: non dubito ch'essi siano in buona fede nel considerarsi integralmente democratici, ma mi chiedo come tale loro sicurezza si concili con la certezza di essere anche detentori di una verità definitiva, assoluta, incontrovertibile. Una verità che può presentarsi finché vuole come laica', ma la struttura intima della quale è al contrario del tutto dogmatica.
Siamo ormai da tempo minacciati da una mostruosità morale e concettuale: quella perfettamente individuata in un prezioso libro di Robert Hugues, "La cultura del piagnisteo" (Adelphi), che dovrebbe sul serio esser obbligatoriamente letto nelle scuole. Siamo minacciati da una devastazione mentale fondamentalista; da un ottuso bigottismo pacifista-mondialista-progressista che, partendo dall'istanza (sacrosanta ma ohimè impossibile a fissarsi per legge) del rispetto verso tutte le forme di vivere e di pensare, ha finito in realtà col creare un'infinità demenziale di barriere anche linguistiche, di proibizioni, d'interdizioni. Si cominciò con l'ossimorico Vietato vietare', che oltre che una contraddizione in termini era già un araldo di future infamie. Ormai, il 'politically correctc'impone una serie sterminata di divieti. Sta diventando un crimine contro l'umanità qualsiasi forma di critica o di riserva contro il diverso' (sbrigativamente equiparata al razzismo); sta diventando impossibile esprimere qualsiasi tipo di dubbio dinanzi a una serie di nuovi dogmi che fra l'altro unica caratteristica che li distingue da quelli religiosi tradizionali non sono neppur chiaramente definiti, ma restano in un nebuloso limbo fatto di ecologismo, di pacifismo, di mistica democratica.
E' quindi ormai vietato portar pellicce, assistere a una corrida, fumare, esprimer giudizi storici che in qualche modo comportino riserve rispetto a una bignamesca linea interpretativa risorgimental-resistenziale, palesar scetticismo nei confronti della verità assoluta delle conquiste' tecnologico-scientifiche e delle loro necessarie' applicazioni (sto pensando alle nuove frontiere' dell'ingegneria biologica). Il fondamentalismo occidentocentrico, che per molti decenni si è educatamente nascosto dietro gli ideali del progresso e della tolleranza, ora che si sente minacciato forse dagli esiti ultimi della sua stessa evoluzione, certo comunque dal confronto ormai palese con culture e modi di pensare diversi dai suoi ha gettato definitivamente la maschera. E i suoi sacerdoti perdono le staffe e distribuiscono scomuniche con sempre maggior frequenza. E' la logica di tutti gli inquisitori per vocazione: se li metti alle strette, smettono di essere educati e passano alle minacce e alla maledizioni.
In Francia, il 13 luglio del 1990, venne promulgata la legge Gayssot' che col pretesto di equiparare la propaganda filonazista al crimine d'istigazione all'odio e alla discriminazione razziale rende possibile il perseguimento per legge della ricerca storca: e quindi, camuffandosi da paladina della libertà, tenta di fissare per legge la verità storica e palesa con ciò il suo intento liberticida. Da noi c'è chi vuol impedire libertà di culto e di associazione ai musulmani, giustificando l'aspirazione al liberticidio con l'alibi d'un Islam aprioristicamente dichiarato nemico della libertà e del progresso' in blocco e senza sentir il bisogno di verifica.
Il caso Haider (che non esisteva quando, alcuni anni orsono, il suo partito appoggiava i socialisti austriaci al governo) è stato dall'unilaterale violenza dei mass media ridotto a un caso di neonazismo: ci si è serviti a tale scopo di qualunque mezzo, perfino di siti internet' utilizzati senza i necessari riscontri o addirittura truccati; il governatore della Carinzia è stato accusato di aver partecipato a raduni di Ss (quanti ne sopravvivono?), mentre si è taciuto il fatto che tra i suoi più stretti collaboratori ci sono degli ebrei; a proposito della sua recentissima visita a Roma se ne sono sottolineati gli atteggiamenti sprezzanti' o provocatori', passando allegramente sul fatto che si tratta di un uomo politico d'un paese membro dell'Unione Europea, democraticamente eletto, al quale s'impedisce di circolar liberamente per una città europea e le dichiarazioni del quale vengono regolarmente stralciate e distorte.
Un uomo politico l'operato del quale è stato oggetto di speciale osservazione da parte dell'Unione Europea che è stata costretta a denti stretti ad ammettere che non c'era nulla di scorretto da segnalare ma che continua ad additare genericamente in lui un pericolo, senza tuttavia mai specificare in che cosa tale pericolo consista. Si è giunti in occasione del pietoso episodio romano a stigmatizzare alcune opinioni da Haider espresse sulla politica italiana. Indebite ingerenze, si è detto: e lo hanno detto leaders politici di entrambi gli schieramenti. Lodevole esempio di dignità nazionale, perdinci: peccato solo che, qualche mese fa, quei medesimi leaders si siano inghiottiti lo schiaffo americano sulla faccenda del Cermis senza batter ciglio.
Mi spiace dirlo, ma l'unico a comportarsi da vero e sincero democratico, in tale circostanza, è stato Marco Pannella, fedele alla lettera all'aforisma liberale dal quale sono partito su queste colonne. Siamo sotto Natale, e mi tocca portarvi Pannella ad esempio. E volete che non mi arrabbi?

Franco Cardini